Nuraghi e altopiano, l’altra Sardegna
Un itinerario culturale tra Barumini e la Marmilla, alla scoperta di radici millenarie e di una natura diversa da quella delle splendide coste dell'isola. Per una vacanza autunnale
Una Sardegna fuori dalle rotte turistiche balneari, interessante da scoprire nella potenza della sua storia millenaria conservata tra colline mioceniche e solitari altipiani di basalto, tra nuraghi e castelli, nella parte centro meridionale della regione.
Atterrati a Cagliari, si prende la statale 131 fino al bivio per Barumini al km 40,900. Siamo in Marmilla, tra la piana del Campidano centrale, il versante settentrionale del Monte Arci, quello nord-orientale della Giara e la Trexenta. Il nome sembra che derivi dalla forma del colle di Las Plassas. Gramsci nacque da queste parti, esattamente ad Ales, che ora si trova, nella geografia della recente Provincia del Medio Campidano, in Alta Marmilla. Giusto il tempo di orientarsi con il confine della Bassa Marmilla (la linea che separava la Provincia di Cagliari da quella di Oristano) ed ecco che, ad un chilometro da Barumini, sulla strada per Tulli, si svela la bellezza di Su Nuraxi, dal 1997 Patrimonio Mondiale Unesco.
Quando l'archeologo Giovanni Lilliu lo scoprii nel corso degli anni ‘40-'50, quasi nessuno badava a quello che per molti era solo un cumulo di pietre. Lilliu andava lì a giocare, da bambino, e a scoprire ed immaginare cosa poteva essere nascosto sotto i suoi piedi: un maestoso nuraghe circondato da un ampio villaggio che racconta di una civiltà sviluppatasi in Sardegna lungo un arco cronologico di circa 1000 anni (1500-500 a.C). Nella fondazione a lui dedicata, tra i suoi appunti, troviamo un passaggio che racconta bene la sua straordinaria esperienza: "Una domanda mi viene sovente: come e perché io, nato tra gli umori della campagna in una famiglia portata per necessità alla concretezza della vita e del lavoro, sia potuto finire nell'incanto dell'archeologica. Una professione non comune che i miei mannus, se oggi non dormissero nel piccolo cimitero di Barumini tra gli olivi di Paiolu, e se fossero invece presenti, non avrebbero capito e forse avrebbero contrastato, con i piedi per terra com'erano". E, più avanti, quella che a noi appare come una risposta: "Il momento dello scavo è il momento magico ..via via che si scende nei diversi e successivi livelli è come se ci si calasse progressivamente, di piano in piano, nel cuore più profondo dei tempi lontani. Ogni manciata di terra che leva la pala o la mano, col suo carico di reperti, è come un incantesimo di resurrezione, una spora delle origini riconsegnata alla posterità per riconsiderarla, riparteciparla, riviverla, a dimostrazione che il cosmo è una continuità e che la rottura - la morte del mondo - è solo apparenza". Su Nuraxi conobbe vita dal 1600 a.C. circa, fino al III secolo d.C., in piena età romana. Ora è curato dalla Fondazione Barumini Sistema Cultura, che riesce a dare lavoro con l'arte e con la cultura a tanti giovani che, senza il genio di Lilliu, probabilmente ora sarebbero fuori dalla Sardegna. Per motivi di sicurezza, nel sito archeologico si può entrare solo attraverso una visita guidata (il biglietto d'ingresso è di 7,00 Euro l'intero; 5,00 Euro il ridotto per minori di 18 anni e nel prezzo).
Anna Maria De Luca
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