Expo 2024: Archeologia, Marmilla, fisica e grandi incontri – Barumini tra storia e futuro
02/12/2024
Dal viaggio nella Marmilla guidato da Maria Antonietta Mongiu alle tecnologie dell’Istituto di Fisica Nucleare al servizio dell’archeologia, fino alla chiusura di domani mattina con la presentazione del nuovo corso di restauro: l’Expo celebra tradizione e innovazione in un evento che guarda lontano.
Un nuovo viaggio a Barumini per la seconda giornata dell’Expo del turismo culturale in Sardegna, organizzato dalla Fondazione Barumini Sistema Cultura, in collaborazione con il Comune di Barumini e che ha tracciato una rotta tra le innovazioni al servizio del lavoro degli esperti, archeologici e studiosi e i segreti della Marmilla, raccontati e illustrati dalla professoressa Maria Antonietta Mongiu con importanti ospiti. Due appuntamenti inseriti nel ricchissimo calendario di eventi della decima edizione di un appuntamento che, riuscendo sempre a rinnovarsi, è diventato punto di riferimento capace di mettere in luce il meglio della tradizione sarda e di proiettarla verso il futuro. “Anche in questa seconda giornata abbiamo potuto mettere in relazione figure di spicco del sistema archeologico, delle istituzioni, del territorio e non solo per affrontare importanti risvolti legati alla ricerca e al turismo culturale”, sottolinea
Emanuele Lilliu, presidente della Fondazione Barumini Sistema Cultura.
Fisica al servizio dell’archeologia
Altro passaggio centrale della seconda giornata è stato l’incontro dedicato all’archeologia del presente e del futuro, condotto da
Gianfranca Salis, funzionario archeologico della Soprintendenza Abap per Cagliari, Oristano e Sud Sardegna, e
Francesco Taccetti, coordinatore della rete beni culturali dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). L’incontro ha esplorato come l’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie, come quelle sviluppate dall’Infn, possano supportare gli studi archeologici, offrendo strumenti innovativi per rispondere a domande complesse.
Il confronto, coordinato da
Salvatore Bellisai, si inserisce nella collaborazione tra l’Istituto, la Soprintendenza Abap e la Fondazione Barumini, nell’ambito dei progetti legati al Laboratorio di Restauro e al nuovo corso di laurea in Conservazione e Restauro avviato con l’Università di Cagliari. "La tecnologia può rispondere a molte delle domande poste dall’archeologia, sviluppando sistemi diagnostici utili a storici dell’arte e ricercatori – ha spiegato Taccetti –. A Barumini l’idea è quella di sviluppare strumenti di datazione, come l’analisi al carbonio 14 su campioni di ossa e collagene, per stabilirne l’età. Il progetto mira a formare personale regionale e creare un centro di eccellenza, con l’obiettivo di ampliarlo in futuro".
Marmilla: un viaggio tra storia, territorio e responsabilità con Maria Antonietta Mongiu
Un momento di grande valore culturale è stato l’incontro coordinato dalla professoressa
Maria Antonietta Mongiu, che ha guidato una riflessione appassionante sulla Marmilla, intrecciando storia, archeologia e paesaggio. Mongiu ha offerto un’analisi approfondita del rapporto tra città e territori, evidenziando l’interconnessione tra i paesaggi rurali e il ricco patrimonio archeologico della zona. “Dobbiamo difendere e conservare questi beni – ha sottolineato – sono le nostre memorie, ma non esisteranno, con Barumini e il nuraghe, se non ci assumiamo la responsabilità di ciò che accade intorno a noi”.
Tra gli ospiti,
Gian Luigi Pillolla dell’Università di Cagliari ha esplorato le caratteristiche del territorio prima dell’arrivo dell’uomo, mentre il geologo
Fausto Pani ha approfondito il ruolo del suolo della Marmilla come fonte di cibo nei millenni. Un incontro che ha gettato luce sul valore millenario di una terra che non smette di raccontare storie, ma che chiede consapevolezza e tutela per il suo futuro. Lo storico dell’arte
Marco Antonio Scanu ha tratteggiato le vite e le opere di personaggi illustri della Marmilla, sottolineando come queste figure abbiano plasmato la storia e l’identità culturale del territorio, lasciando un’eredità che ancora oggi ispira.
La mostra: un ponte tra Cina e Sardegna
A tenere gli occhi puntati sull’Expo per i tanti visitatori è stata anche domenica, l’esclusiva mostra intitolata: "L’Esercito di Terracotta: armate immortali, il potere e le armi da Oriente a Occidente”. Una vetrina tutta da scoprire con l’esercito dell'imperatore Qin Shihuang che ha conquistato Barumini. I suoi guerrieri, oggi di terracotta come quelli che fece riprodurre fedelmente, perfettamente armati e che sono inseriti nel suo grandioso mausoleo, sono approdati al Centro Lilliu di Barumini per illuminare la decima edizione dell’Expo. E proprio l’esercito che accompagnò l’imperatore cinese nell'ambiziosa impresa di unificazione della Cina è stato il grande protagonista della giornata di apertura grazie alla presenza, tra gli altri, Tian Jing, vicepresidente del Mausoleo di Qin Shi Huang che ha raccontato il modello gestionale del celebre sito Unesco. Jing ha sottolineato l’importanza di tutelare il patrimonio culturale:
“Italia e Cina condividono il primato mondiale per siti Unesco. Proteggerli e valorizzarli è un compito immenso. Da vent’anni collaboriamo per rafforzare i rapporti culturali e condividere esperienze, costruendo ponti tra le nostre culture”.
L’Expo: storia, archeologia e turismo: Esperti a confronto
Nella giornata inaugurale, l’Expo ha ospitato un importante confronto tra i modelli gestionali di Su Nuraxi, il sito talaiotico di Minorca e il Mausoleo cinese. Esperti di settore hanno esplorato il ruolo delle istituzioni culturali nella gestione del patrimonio mondiale e nel promuovere il dialogo internazionale. Tra gli interventi, oltre ai saluti del sindaco di Barumini, Michele Zucca, e del presidente della Fondazione, si sono alternati relatori come Monica Stochino (Soprintendente Abap), Paolo Giulierini (ex direttore del Museo Archeologico di Napoli), Martin Carbonel (responsabile sito Unesco Minorca Talaiotica), Patrizia Tomassetti (direttrice Su Nuraxi), Pierpaolo Vargiu, dell’associazione Sardegna Verso l’Unesco; Roberto Concas, storico dell'Arte e Museologo; Manuela Pillai, FAI - Saline Conti Vecchi; Clara Pili (Fondazione Pula Cultura Diffusa); Maurizio Concas, presidente Fondazione Altopiano della Giara; Paolo Sirena, direttore Fondazione Villanovafranca. La mostra è stata illustrata da Andreina Ghiani, Caterina Lilliu (Fondazione Barumini) e Gianfranca Salis (Soprintendenza Abap).
L’Expo: tradizione, innovazione e turismo
Anche nella seconda giornata, l’Expo ha rappresentato un punto d’incontro per operatori culturali, istituzioni e visitatori. Il programma ha proposto attività che intrecciano tradizione e innovazione: laboratori del gusto curati da Slow Food, dimostrazioni di lavorazione artigianale di torrone, cioccolato e carapigna, e laboratori didattici per valorizzare il patrimonio isolano. Gli stand delle aziende locali hanno esposto eccellenze artigianali e agroalimentari, offrendo un assaggio autentico della Sardegna.
Ultima giornata Expo: un corso per il restauro
Lunedì, nella giornata di chiusura, il Polo Museale Casa Zapata ospiterà la presentazione del corso di laurea magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali (ore 10.30), attivato grazie alla collaborazione tra Fondazione Barumini, Università di Cagliari e Soprintendenza Abap. Il corso offre agli studenti un’esperienza unica, immersi nel polo archeologico di Barumini, tra i reperti di Casa Zapata e il sito Unesco Su Nuraxi, per studiare le tecniche più avanzate di restauro e conservazione.